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Identificazione degli strumenti musicali attinenti storicamente alla

Musica popolare

Piemontese

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Oltre a strumenti più caratteristici della cultura religiosa, quali il SALTERIO oppure di diffusione geografica più generale come il LIUTO e la VIELLA, gli strumenti tipici della musica popolare piemontese sono l’ORGANETTO, prima diatonico e poi semi-diatonico, la GHIRONDA, il VIOLINO, la CORNAMUSA o piva, i flauti in infinite varianti ed accoppiamenti, tra i quali spicca nella zona delle quattro province la coppia PIFFERO (oboe popolare) e fisarmonica. Da notare come la fisarmonica, inseguendo le nuove esigenze musicali del secolo XX, non sia più diatonica, ovvero non faccia più suoni diversi in apertura in chiusura del mantice.

 

Il periodo storico coperto dal nostro museo potrebbe essere molto ampio e schematizzabile comprendendo:

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a) Preistoria e Protostoria con strumenti ancestrali, che a livello popolare
     possono essere rimasti nella tradizione fino ai tempi odierni.

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b) Strumenti medievali, rinascimentali e barocchi.

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c)  Strumenti elaborati o rielaborati nell’Ottocento e inizio Novecento.

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d) Strumenti successivi e contemporanei.

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Gli strumenti dell’Ottocento (punto c) sono quelli che da un lato hanno raggiunto la massima potenzialità di espressione sonora, mentre dall’altro sono stati gli ultimi ad essere ottimizzati per suonare in modo specifico le musiche tradizionali. Se ne può avere la prova ascoltando una banda musicale o una orchestra dei giorni nostri quando cercasse di accompagnare le danze tradizionali piemontesi (Corente, Brando, ecc.). Anche gli inesperti possono percepire che la sonorità ottenibile è differente per mancanza degli strumenti musicali dedicati e propri della tradizione.

Gli strumenti con i quali si suonavano e si suonano tuttora anche le danze tradizionali sono innanzitutto quelli dei periodi indicati qui sopra ai punti (b) e (c). Tuttavia, gli strumenti originali del punto (b) sono pressoché totalmente scomparsi ed esistono attualmente solo come riproduzione e interpretazione degli originali, dei quali purtroppo disponiamo ora soltanto delle immagini (sculture e miniature medievali, dipinti, ecc.).

Dal punto di vista della testimonianza culturale, storica e museale risulta quindi evidente come siano da valorizzare, conservare e proteggere con grande attenzione e cura, tutti gli strumenti musicali originali dei punti (b) e (c), che vanno dal Medioevo all’inizio del Novecento.

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     Le collezioni di strumenti, cataloghi d’epoca, spartiti e altri documenti, che vengono proposte in questo museo, trattano principalmente materiale elaborato o rielaborato nell’Ottocento e a inizio Novecento. Sono in gran parte strumenti riferibili all’area piemontese e sono corredati da una documentazione che ne delinea al meglio il contesto storico e culturale. Si parte con qualche tipologia particolare, quale il liuto, il violino, il salterio e la ghironda, quest’ultima di grande importanza per il tema del museo. Si prosegue quindi con il cuore della raccolta costituita da diverse decine di preziosi ed antichi organetti diatonici, per poi passare ai “Semiton” (mezzo organetto e mezza fisarmonica). Si continua con le primissime fisarmoniche cromatiche, ancora a bottoni, e quindi alla comparsa delle prime storiche fisarmoniche a piano. Questo è il passaggio storico che cede il passo ad altri musei dedicati alla fisarmonica.

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   Tutti gli strumenti sono originali e, per una buona parte, sono funzionanti. Per scelta tematica del museo, gli strumenti esposti sono per la maggior parte di fabbricazione piemontese o comunque di probabile circolazione in Piemonte. Per alcuni marchi, pressoché sconosciuti in quanto riferiti a piccolissime fabbriche artigianali costituite da lavoranti che si mettevano in proprio, è stato dato un contributo originale alla loro storia con nomi, periodi di attività e scuola artigiana di riferimento o origine.

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Ancora diatonica
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